Il settore della sanità è quello in cui le politiche regionali possono influire con maggior peso. In questi ultimi decenni abbiamo assistito ad un continuo taglio della spesa sanitaria, che ha portato ad un lento processo di privatizzazione. Sempre più persone oggi faticano a curarsi gratuitamente, nel periodo pre-pandemia, secondo gli studi, ben 11 milioni di italiani sono stati costretti a rinunciare alle cure a causa delle difficoltà economiche.
In questi anni di consiliatura ho svolto un ruolo attivo di controllo e denuncia sullo spreco delle risorse disponibili che, troppo spesso, vengono utilizzate per soddisfare appetiti privatistici anziché essere impiegati per offrire un servizio ai pazienti. Le lunghe liste d’attesa fanno sì che i cittadini, scoraggiati, si rivolgano a strutture private, pagando di tasca propria un servizio che hanno già ampiamente finanziato con le alte tasse.
Detto ciò, la pandemia ci ha evidenziato quello che già era sotto gli occhi di tutti: l’attuale offerta sanitaria non è sufficiente a rispondere alle esigenze dei cittadini. Il forte sottodimensionamento del personale sanitario comporta un doppio meccanismo negativo: in primo luogo l’eccesso di stress da lavoro correlato, che riduce la qualità del servizio e il benessere del personale sanitario; in secondo luogo, il livello delle retribuzioni, sommato al disagio detto prima, spinge le lavoratrici e i lavoratori a guardare con sempre maggiore attenzione alle strutture private.
Occorre sfruttare le ingenti risorse del PNRR per:
- Rafforzare le strutture sanitarie e territoriali;
- Implementare la medicina domiciliare;
- Incentivare l’utilizzo della telemedicina;
- Aumentare la dotazione organica della sanità ospedaliera e territoriale e coinvolgere le università in progetti volti a professionalizzare sempre di più il personale.
Siamo sempre stati orgogliosi del nostro sistema sanitario pensato e modellato per andare incontro alle esigenze di tutti, non possiamo permettere di perdere questi valori. Prendersi cura del prossimo è prima di tutto un gesto di civiltà.